La ASL di Pescara è tra i protagonisti di un importante progetto di ricerca finanziato con fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), dedicato allo studio degli effetti terapeutici dell’attività fisica strutturata nei pazienti affetti da depressione maggiore. Si tratta di uno studio multicentrico nazionale che coinvolge quattro unità operative afferenti a Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e Aziende Sanitarie pubbliche, con capofila l’IRCCS Istituto Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia, in collaborazione con l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, l’IRCCS I.N.M. Neuromed di Pozzilli (IS) e la ASL di Pescara.

Il progetto ha l’obiettivo di valutare in maniera scientificamente rigorosa l’impatto dell’attività fisica strutturata sui sintomi della depressione maggiore, come strumento di potenziamento dei trattamenti terapeutici già in uso. Lo studio è disegnato come trial randomizzato a due bracci, mettendo a confronto pazienti che svolgono attività fisica strutturata con pazienti che non la praticano, al fine di superare i limiti delle valutazioni basate esclusivamente su dichiarazioni soggettive.

Elemento di particolare innovazione è l’utilizzo di metodiche cosiddette “ecologiche”, basate su dispositivi indossabili di tipo scientifico, forniti ai partecipanti per il monitoraggio continuo di parametri fisiologici oggettivi. Gli artigrafi da polso consentono di rilevare attività motoria, frequenza cardiaca, variabilità della frequenza cardiaca, livello di stress, temperatura corporea e qualità del sonno. I dati raccolti vengono successivamente scaricati e analizzati attraverso software dedicati e valutazioni statistiche, garantendo misurazioni standardizzate e confrontabili.

«L’attività fisica è già riconosciuta dalle principali linee guida internazionali come parte integrante del trattamento della depressione», spiega il Direttore del Dipartimento di Salute Mentale della ASL di Pescara, Dr. Vittorio Di Michele. «Questo studio rappresenta però il primo trial randomizzato condotto in Italia che consente di misurarne gli effetti in modo oggettivo e sistematico, attraverso parametri fisiologici certi, superando la distanza che spesso esiste tra la percezione soggettiva del paziente e i dati reali».

Lo studio coinvolgerà complessivamente 100 pazienti a livello nazionale, di età compresa tra i 18 e i 70 anni. Alla ASL di Pescara è affidato il reclutamento di 30 pazienti, di cui 10 già arruolati. I partecipanti sono utenti già presi in carico e seguiti presso il Centro di Salute Mentale di Penne e il Centro di Salute Mentale metropolitano, afferenti al Dipartimento di Salute Mentale aziendale. La partecipazione allo studio è volontaria e non comporta alcun onere economico per i pazienti, poiché tutte le spese, comprese quelle relative all’attività fisica in palestra, sono interamente coperte dal finanziamento del progetto.

Il programma di attività fisica strutturata prevede un percorso personalizzato di 24 sedute in palestra, svolte due volte a settimana, sotto la supervisione di personal trainer qualificati. Le sedute comprendono fasi di riscaldamento, esercizio aerobico, attività di forza e momenti di rilassamento, modulati in base alle condizioni cliniche e fisiche di ciascun partecipante, in un’ottica di integrazione dell’attività motoria nel percorso terapeutico complessivo.

All’interno del progetto, un ruolo operativo rilevante è svolto anche da Fabrizia Paolone, tecnico della riabilitazione psichiatrica del Centro di Salute Mentale di Penne, coinvolta come referente per le attività motorie strutturate. Il suo contributo è stato determinante nella definizione degli aspetti operativi del protocollo, grazie alle competenze specifiche maturate nell’ambito dell’attività fisica applicata ai percorsi di salute mentale.

Accanto allo studio principale, il progetto prevede anche analisi accessorie di tipo biologico, finalizzate a esplorare le modificazioni molecolari e genomiche indotte dall’attività fisica, contribuendo a chiarire i meccanismi attraverso cui il movimento esercita i suoi effetti benefici nei disturbi depressivi.

La partecipazione a questo progetto si inserisce in un percorso già consolidato del Dipartimento di Salute Mentale della ASL di Pescara, che da anni promuove l’attività fisica come strumento di prevenzione e di supporto terapeutico. Presso i servizi aziendali sono infatti attivi programmi di ginnastica posturale, camminata metabolica, nordic walking e attività motorie adattate, a conferma di un approccio integrato alla cura della salute mentale.

«La salute mentale e la salute fisica sono strettamente interconnesse», conclude il Dr. Di Michele. «Intervenire sul movimento significa agire non solo sui sintomi depressivi, ma anche sulla prevenzione di numerose patologie croniche e sul miglioramento complessivo della qualità della vita delle persone. Questo progetto rappresenta un ulteriore passo avanti verso modelli di cura sempre più fondati su evidenze scientifiche e centrati sulla persona».

 

Pescara, 19 dicembre 2025




 
Ultimo aggiornamento: 19/12/25